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martedì 15 febbraio 2011

Berlusconi all'attacco, Napolitano pronto alla difesa.

Oggi che tutti parlano del processo Ruby, occupiamoci di un argomento più freddo.
Le istituzioni democratiche sono sotto un formidabile attacco di tipo ricattatorio.
Lo scopo è quello di costringere le istituzioni (Magistratura, Parlamento e Presidente della Repubblica) a tradire la loro missione per sottrarre Berlusconi alle conseguenze che potrebbero comportare le gravissime ipotesi di reato di cui è imputato. Cioè per garantirgli l'impunità.
Cè una serie di fatti incredibilmente gravi; la sequenza qui riportata potrebbe essere inesatta ma il risultato non cambia..
La bicamerale sul federalismo boccia il D.Legislativo.
IL Governo si riunisce immediatamente per approvarlo e inviarlo alla firma di Napolitano.
Il Presidente della Repubblica anticipa che non firmerà denunciando l’anomalia che il Governo si è riunito senza comunicargli l’ordine del giorno.
I pubblici Ministeri di Milano chiedono il giudizio immediato. 
Il centrodestra scatena contro la Magistratura una violenta campagna diffamatoria, anzichè reagire con la serenità dei giusti, di coloro che non hanno nulla da temere nè da nascondere..
Il PdL promuove una manifestazione davanti al Tribunale di Milano contro i giudici.  I mezzi di informazione evocano il finale de "Il caimano".
Il Pdl revoca l’iniziativa e Berlusconi viene convocato al Quirinale.
Trapela che Berlusconi abbia riferito al Presidente della repubblica di essere perseguitato, probabilmente avrà esternato anche la volontà di reagire (mobilitando il parlamento contro la Magistratura; esiste già il precedente del Senato che diversi anni fa approvò un ordine del giorno per boicottare un processo.
Il PdR ha detto che nel nostro sistema c'è già una serie di garanzie per il giusto processo; il che fa presagire la sua opposizione ad ulteriori leggi ad personam per boicottare i processi.
Il Ministro degli Esteri, assente ed ignaro la notte di Ruby quando si trattava (a loro dire) di prevenire un incidente diplomatico con l' Egitto, minaccia di ricorrere all  Corte Europea.
Il Presidente del Consiglio paragona la giustizia italiana alla DDR (germania dell'est comunista) e minaccia di richiedere i danni allo stato (in realtà è lo statio che dovrebbe chiedergli i danni per la concussione).
Poi l’ammonimento di Napolitano sul rischio di fine della legislatura.
I commentatori più sensibili avvertono un richiamo ai Potere di scioglimento delle camere che spettano la PdR
Ieri  berlusconi  ha sfidato  il Colle con frasi del tipo “tanto non lo può fare”, deve chiedere il permesso a me.

La tensione è altissima ed è destinata a crescere: Berlusconi deve affrontare QUATTRO PROCESSI e pretende di sottrarsi a tutti e quattro; il legittimo impedimento ed il conflitto di attribuzioni sono pannicelli caldi.
In realtà fra le varie tesi giuridiche  sul potere di scioglimento anticipato delle Camere alcune ammettono che tale potere può essere esercitato senza il parere (e quindi anche in conflitto) col governo in carica.
Di fronte ad un Governo e ad un Parlamento  paralizzati nella difesa di un imputato di gravi reati che per esclusivo interesse all'impunità li guida a destabilizzare le altre istituzioni, il PdR  potrebbe anche sciogliere le Camere proprio per salvaguardare la sovranità popolare.
Infatti allo scioglimento delle Camere devono seguire le elezioni.

Comunque, al di là dei formalismi bisogna tener conto che il Presidente della Repubblica  e la Corte Costituzionale sono stati inseriti nella costituzione proprio per evitare che gente come mussolini o hitler, potessero trasformare "legalmente" lo stato in una dittatura.

Sono l'ultimo baluardo della democrazia.

Sono però convinto che, un minuto prima di dover ricorrere a questi estremi rimedi (berlusconi dovrebbe essere messo in stato di accusa davanti alla Corte Costituzionale per attentato alla Costituzione, sarà il partito della lega nord a staccare la spina.

19.2.2011 Puntuale come un orologio svizzero l'indagato per eccellenza ha portato un gravissimo attacco denigratorio alla Corte Costituzionale. "quando il Parlamento discute una legge, la approva e se non piace ai magistrati di sinistra, la impugnano davanti alla Consulta che è costituita in prevalenza da giudici che provengono dalla sinistra e dunque le abroga anche se sono leggi giuste e giustissime".  A cui ha fatto seguire una ipotesi di riforma velleitaria (occorre una legge costituzionale) quanto provocatoriamente eversiva (la Corte sarebbe praticamente abrogata). 
20.2.2010 Il Capo dello Stato ha ribadito che berlusconi deve sottoporsi al giusto peocesso. 

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