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venerdì 1 luglio 2011

Viva il partito degli onesti !

Questo post riguarda la Giustizia se non altro perchè riguarda il ministro della a_giustizia nella sua nuova veste di "segretario" del "leadermaximo" del PDL.
Credo che il Corriere della Sera sia stato uno dei primi a cogliere irrefrenabile  comicità che promana da una sua affermazione
"Voglio un partito di onesti"
E' come il cacio sui maccheroni dell'inchiesta sulla P4 che sta per scoperchiare (in parte) l'immenso letamaio della corruzione che sta scannando il nostro Paese. (MI riferisco ai numeri della Corte dei Conti).  Dò per scontato che i miei pochi lettori sappiano che il suo metodo per far diventare onesti i delinquenti - del suo partito e TUTTI GLI ALTRI -  è quello di (in via gradata) 1 - abolire sostanzialmente i reati, 2 - impedire che le prove possano essere raccolte, 3 - impedire che i processi vengano iniziati; 4 - mandare in vacca quei pochi processi che si riescono a fare.
Si è atteggiato a leader (essendo solo il lacchè di b) indicando il cammino del partito, il destino della nazione, lo sguardo era rivolto all'orizzonte radioso ... come Lenin.




Sono andato a rileggermi il famoso capitolo di
FONTAMARA di Ignazio Silone e ne riporto una sintesi
 (è un bel libro, si può leggere anche sotto l'ombrellone).

«Ogni Governo è sempre composto da ladri» [Berardo] ragionava. «Per i cafoni è meglio, naturalmente, che il Governo sia composto da un ladro solo che di cinquecento. Perché un gran ladro, per quanto grande sia, mangia sempre meno di cinquecento ladri, piccoli e affamati. Se poi divideranno nuovamente le terre del fucino, Fontamara farà valere i suoi diritti.»
…..
Noi non volevamo far brutta figura di fronte al nuovo Governo, proprio nella cerimonia in cui si doveva risolvere la questione del Fucino. Perciò acconsentimmo alla proposta di Teofilo, che custodiva le chiavi della chiesa ed ebbe l’idea di portare con noi lo stendardo di San Rocco
…..
A causa dello stendardo, avemmo un violento tafferuglio all’entrata di Avezzano. In mezzo alla strada trovammo un gruppo di giovanotti con la camicia nera che aspettavano proprio noi e subito ci intimarono di consegnare lo stendardo. Noi rifiutammo perché non avevamo altra bandiera

 D’un tratto, vedemmo apparire in mezzo alla folla la figura grassa, sudante e sbuffante di don Abbacchio assieme ad alcuni carabinieri, e nessuno di noi dubitò che, come prete, egli avrebbe preso le difese di San rocco. Invece fu il contrario. «Credete che sia carnevale?» egli si mise a inveire contro di noi. «E’ questo il modo di compromettere l’accordo fra il Clero e l’Autorità? Quando la finirete, voialtri Fontamaresi, con le provocazioni e le chiassate?».

 Senza più fiatare, noi lasciammo che i carabinieri si impadronissero dello stendardo. Berardo fu il primo a cedere. Se un canonico rinnegava San Rocco, perché proprio noi dovevamo restargli fedeli con il rischio di compromettere i nostri diritti sul Fucino?
…….
Noi ci sedemmo per terra. Eravamo ubbidienti come scolari. Seduti per terra rimanemmo circa un’ora.
Dopo un’ora di attesa, una staffetta provocò una viva agitazione. All’angolo della piazza apparve un folto gruppo d’autorità. I carabinieri ci ordinarono: «In piedi, in piedi. Gridate forte: Viva i podestà. Viva gli amministratori onesti, viva gli amministratori che non rubano.»
Noi balzammo in piedi e gridammo come loro volevano:«Viva i podestà, viva gli amministratori onesti, viva gli amministratori che non rubano.». Tra gli amministratori-che-non-rubano il solo che noi riconoscessimo fu l’impresario. Dopo che gli amministratori-che-non-rubano si furono allontanati, col consenso dei carabinieri, potemmo nuovamente sederci per terra. Berardo cominciò a trovare la cerimonia troppo lenta. «E la terra?» chiese ad alta voce ad alcuni carabinieri. «Quando se ne parla?»

«E’ anche il principio accettato dal signor ministro» riprese a dire l’impiegato col suo sorriso ingannatore.
«Il nuovo Governo ha esaminato la questione del Fucino?» domandò Berardo.
 «Sì, e in un modo soddisfacente per tutti» rispose l’impiegato con un falso sorriso … fucino a chi lo coltiva. Fucino a chi ha i mezzi per coltivarlo o farlo coltivare. In altre parole, fucino a chi ha capitali sufficienti. Fucino deve essere liberato dai piccoli fittavoli miserabili e concesso ai contadini ricchi. Avete altri schiarimenti da chiedere?». Egli ci diede quella spiegazione con la stessa indifferenza come se gli avessimo chiesto l’ora. Il suo viso mostrava l’impassibilità di una barbabietola.

«Tutto è chiaro» rispondemmo noi.
Tutto era chiaro. 

Le strade erano piene di luci. 
Si era fatto tardi, ma le vie erano illuminate a giorno. (Tutto era chiaro.) 
Ma perché tutto questo ?

Ho sottolineato in rosso il fatto che le autorità si schierano sempre in difesa dei facinorosi e che gli stessi oppressi rinunciano ingenuamente alla loro dignità. E qui il richiamo va al Faust di Goethe.

 


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