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martedì 29 marzo 2011

Fini davanti alla sua responsabilità.

29.3.2010
Come noto è in capo a Fini il potere di decidere se mettere in votazione o meno nell'aula  della Camera la proposta di sollevare il conflitto di attribuzioni sul caso Ruby.
"..  domani mattina l'ufficio di presidenza della Camera si riunirà per esaminare di nuovo la richiesta di sollevare sul caso il conflitto di attribuzione. "Mi riservo di formulare domani una proposta" ha detto, secondo quanto si è appreso, Gianfranco Fini. Durante la riunione saranno esaminati il parere della giunta per le Autorizzazioni, favorevole, e l'esito della discussione della giunta per il Regolamento, riunitasi oggi pomeriggio, in cui la maggioranza dei componenti si è espressa contro il passaggio in aula richiesto dai capogruppo di Pdl, Lega e Responsabili. La decisione ora spetta a Fini: la terza carica dello Stato ha ringraziato tutti i componenti della giunta per le loro valutazioni e ha assicurato che valuterà "con attenzione e ponderatezza" riservandosi di formulare domattina una proposta all'ufficio di presidenza. Indipendentemente dal caso in esame, tuttavia, Fini ha ritenuto "necessario arrivare a una più esplicita e compiuta disciplina in materia di conflitto di attribuzione" e a tal fine ha nominato Bressa, per l'opposizione, e Leone, per la maggioranza, relatori "per definire le proposte emendative al regolamento in materia". Se si decidesse di rimettere la decisione all'aula, il voto potrebbe aver luogo già giovedì. In questo caso, si scatenerebbe una nuova battaglia, che potrebbe portare alla richiesta del trasferimento della competenza sul caso Ruby al Tribunale dei ministri di Roma, come più volte richiesto dai legali del premier. "
http://www.repubblica.it/politica/2011/03/29/news/processo_ruby_testi_accusa_difesa-14223891/?ref=HREC1-1 
In pratica ognuno degli organi consultivi si esprime in base a criteri politici, a seconda se la maggioranza dei componenti è di centrodestra o di "centrosinistra" (cioè di opposizione, FLI compreso).
L ' Ufficio di Presidenza  si esprimerà contro la proposta di rimettere la decisione all'aula della Camera perchè la maggioranza dei componenti è di "opposizione", cioè appartiene ai gruppi parlamentari di opposizione rispetto a quelli che sostengono il governo (il bisticcio di parole è inevitabile se, correttamente, non si vuole comprendere il FLI nel centrosinistra).
A quel punto Fini dovrà decidere, cioè esercitare il potere che gli spetta.
Mettere in campo la necessità di modificare i regolamenti in materia di conflitto di attribuzioni lascia trasparire un atteggiamento incerto, la volontà  di guadagnare tempo o, peggio, una debolezza.
Perchè evidentemente Fini deve decidere coi regolamenti vigenti, senza tante storie.
Senza tatticismi politici; mi riferisco alla probabile polemica che il centrodestra solleverebbe contro di lui accusandolo di essere fazioso, eversivo ecc.
La questione è solo giuridica: è una proposta palesemente inammissibile e non può essere messa in votazione. Altrimenti ogni volta che un parlamentare della maggioranza, andrà sotto processo la Camera (o il Senato) dovranno sollevare il conflitto di attribuzioni; anche in caso di rapina, omicidio, collusione con la mafia ecc.  l'imputato-parlamentare  potrebbe dire che lo ha fatto nell'esercizio delle sue funzioni.
Si creerebbe un precedente (anti)parlamentare alquanto bizzarro e pericoloso.
Potremmo vedere messa in votazione anche una proposta per definire il sesso degli angeli.
30.3.2011 - Fini ha calato le braghe.
"Il caso Ruby e il conflitto di attribuzione che la maggioranza ha chiesto di sollevare sono la questione di cui si sta dibattendo nell’Ufficio di Presidenza in corso. Gianfranco Fini, a quanto si apprende, ha espresso questa sua posizione dopo aver illustrato le conclusioni a cui sono pervenute la Giunta per le autorizzazioni e la Giunta per il regolamento ed aver richiamato alcuni precedenti rispetto ai quali il caso Ruby, lo aveva già sottolineato, si presenta per certi aspetti come un unicum."
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/03/30/caso-ruby-fini-laula-deve-pronunciarsi-su-conflitto-attribuzione/100981/
Proprio perchè il caso è nuovo Fini si è preso la responsabilità di creare un precedente pericoloso per le ragioni che ho qui spiegato ieri.




giovedì 3 marzo 2011

Il conflitto di attribuzioni è palesemente inammissibile, la Camera non ha prerogative sul processo ordinario.


2.3.2011 - Ci risiamo con la favola del conflitto di attribuzioni, invenzione di Paniz, parlamentare del centrodestra e famoso avvocato.  il PDL ha chiesto di passare in votazione la proposta alla Camera di sollevare il conflitto di attribuzioni per il reato di concussione.
La (ridicola tesi) è, come noto, che berlusconi avrebbe fatto pressioni sulla questura di milano per prevenire un incidente diplomatico.
Fini chiede il parere della Giunta per il regolamento, questi sono i componenti.
berlusconi ha fretta, Fini no.
Suppongo che dopo aver acquisito questo parere, forse fra un paio di settimane,  convocherà l'ufficio di presidenza (altro paio di settimane).  I pareri dovrebbero essere per la palese inammissibilità della richiesta. Poi toccherà a lui, se ha i cosiddetti, forte di questi pareri, sentito il  PDR, dovrebbe rifiutare di porre la questione al voto della Camera.
Il centrodestra insorgerà ma potrà solo votare un ordine del giorno, non la deliberazione di sollevare il conflitto di attribuzioni.
Regolamento della Camera dei deputati 
Componenti dell'ufficio di presidenza. 
A parte il merito della questione, davvero ridicolo,  la questione è manifestamente inammissibile perchè la Camera ha delle pregogative da esercitare solo nei confronti del Tribunale dei Ministri (cioè l'autorizzazione a procedere ex art. 96 della Costituzione) ma non nei confronti del Tribunale ordinario.
Tutti i precedenti nascono da casi (Castelli e Matteoli)  in cui il processo era stato incardinato davanti al Tribunale dei Ministri il quale eveva declinato la propria competenza (spogliandosi del processo) a favore di quella del Tribunale ordinario senza comunicarlo alla assemblea di appartenenza (Camera o Senato).
Ed il conflitto era stato sollevato, apputo, contro il Tribunale dei Ministri.
Questo post fa ovviamente seguito a quello dell' 11.2.2010
Il conflitto non sospenderà ... 
in cui ci sono i link alle sentenze e dottrina dei casi Castelli a Matteoli.

3.3.2011 - Fini ha oggi dichiarato che in Ufficio di Presidenza "il mio parere personale non sarà espresso: tutti sanno che il presidente non vota". Lo ha detto il presidente della Camera, Gianfranco Fini, durante la registrazione di Porta a Porta.  Dovrebbe voler dire, subdolamente, che si rimetterà all'orientamento di quell'ufficio, dove il centrodestra è in minoranza. 

4.3.2011 -  "Cassazione. Una decisione della Cassazione presa nella serata di ieri, però, rischia di inserirsi sul caso Ruby. Secondo la Suprema Corte, scrive il Sole 24 Ore, è il giudice ordinario che stabilisce se un reato ha natura ministeriale e, una volta esclusa la ministerialità, non è obbligato ad informare la Camera di appartenenza dell'imputato-ministro." lo riferisce  Il Sole 24 Ore in merito al processo Mastella dove era stata sollevata questione sostanzialmente identica. 

Si tratta della sentenza n. 10130 del 3-11 marzo 2011 che trovate in "Guida al Diritto" QUI 
la parte che interessa è contenuta nei paragrafi 6.3 e seguenti. 

 Nell'articolo e nella sentenza  si cita la sentenza n. 241 (Caso Matteoli) che trovate fra i link del mio precedente post e direttamente QUI.

Quella della Cassazione è esattamente la tesi che avevo già sinteticamente espresso e che 

 era trapelata anche dalla indiscrezione citata nell'aggiornamento del 17.2.2011 citata nel precedente mio post "Il conflitto non sospenderà... " 
Tutto questo  impone all' Ufficio di Presidenza della Camera e a Fini di non passare in votazione la richiesta del PDL, a quel punto questo capitolo potrà dirsi chiuso. A meno che non abbiano la sfacciataggine di fare una legge  che consenta alla Camera di interferire nei processi ordinari, violerebbe il principio di separazione dei poteri, cioè il cuore delle stato di diritto, un golpe legislativo; a quel punto il PDR dovrebbe bloccare una siffatta legge.