Elenco blog personale

giovedì 28 luglio 2011

Amnistia, una proposta da meditare seriamente.

Il riferimento di Napolitano alla opportunità di valutare  ogni ipotesi (compresa, quindi,  quelladi concedere l'amnistia) per fronteggiare la scandalosa emergenza che affligge i carcerati merita qualche riflessione non viziata da  banali emotività.
ilfattoquotidiano.it_napolitano-evoca-laministia-e-lindulto/148356/ 


Prima di tutto bisogna tener conto che l'amnistia:
1 -di solito esclude molti reati fra cui la corruzione, quindi servirebbe ben poco a berlusconi e a tutti i furbetti di tutti i quartieri;
2 - a differenza dell'indulto degongestiona anche dai processi minori; si possono velocizzare i processi dei reati più gravi evitando la prescrizione mandando in galera i delinquenti più pericolosi.
Se poi esistono altre soluzioni ben vengano; ma i razzisti della lega faranno le barricate contro l'ipotesi di scarcerare i migranti, come sarebbe sacrosanto.

A questo proposito è utile consultare il testo dell'
ultima amnistia

Qui trovate uno studio abbastanza ampio su indulto ed amnistia pubblicato sul sito dell'Associazione Carcere e Territorio.


Se avessimo un parlamento serio che si rendesse conto che la casta è indifendibile insieme all'amnistia andrebbe riformata la prescrizione nel senso che, dopo il rinvio a giudizio e una volta iniziato il processo (entro un certo termine di prescrizione) il reato non si prescrive mai più.
In questo modo tutti avrebbero interesse, soprattutto gli imputati, a concludere in tempi brevi, avvocati e tribunali non perderebbero anni ed anni in eccezioni capziose e sarebbe la pietra tombale  sullle leggi "ad personam" che puntano tutte alla prescrizione.
Sul punto rimando agli atti della "Commissione Pisapia" del 2007 (per la prescrizione veggaisi il cap. XXII) ove ad esempio si cita il fatto che

"La Commissione ha valutato diversi possibili assetti della disciplina in materia di prescrizione. 
1) Quella prevista, dal 1995, nel nuovo codice penale spagnolo (art. 132, comma 2 c.p.), che stabilisce che tutta la durata del processo debba essere scorporata dal computo della prescrizione. Il legislatore iberico ha ritenuto contraddittorio permettere la prescrivibilità di un reato mentre è in corso un procedimento per accertare le singole responsabilità. Non si è ritenuto di aderire a questo orientamento in quanto la lentezza dei nostri procedimenti, derivanti dalla scarsità di risorse umane e materiali disponibili per la giustizia penale, addosserebbe il peso della inefficienza del sistema penale esclusivamente all'imputato, generando un processo tendenzialmente illimitato, che proseguirebbe anche quando l'intera collettività abbia rimosso l'impatto del reato. Dal punto di vista normativo si violerebbe inoltre in troppi casi il dettato dell'art. 111, comma 2 Cost., che sancisce il principio della ragionevole durata del processo."   [ndr: il grassetto è mio]

Mi sembra una motivazione assurda. 

E' un paradosso, un cane che si morde la coda: siccome il sistema è inefficiente dobbiamo farlo girare a vuoto, cioè modulare la prescrizione in modo che il sistema, in pratica,  lavori per processi che quasi sempre finiscono in prescrizione.
Nella Costituzione non c'è solo l'art. 111, ma ancor prima vi è il principio di ragionevolezza e secondo me non è affatto ragionevole far lavorare il sistema per processi che finiscono nel nulla; con un altissimo spreco delle già scarse risorse, umane e finanziarie.
Si valuti quanti processi il sistema è in grado di portare a termine ma questi processi si facciano fino in fondo.
Il resto lo si depenalizzi; molto spesso le sanzioni amministrative (ad esempio la chiusura immediata di un'attività o la interdizione in futuro da essa)  è molto più efficace di una improbabile sanzione penale.

Concludendo (per ora): la prescrizione è la vera, vergognosa amnistia.  

venerdì 1 luglio 2011

Viva il partito degli onesti !

Questo post riguarda la Giustizia se non altro perchè riguarda il ministro della a_giustizia nella sua nuova veste di "segretario" del "leadermaximo" del PDL.
Credo che il Corriere della Sera sia stato uno dei primi a cogliere irrefrenabile  comicità che promana da una sua affermazione
"Voglio un partito di onesti"
E' come il cacio sui maccheroni dell'inchiesta sulla P4 che sta per scoperchiare (in parte) l'immenso letamaio della corruzione che sta scannando il nostro Paese. (MI riferisco ai numeri della Corte dei Conti).  Dò per scontato che i miei pochi lettori sappiano che il suo metodo per far diventare onesti i delinquenti - del suo partito e TUTTI GLI ALTRI -  è quello di (in via gradata) 1 - abolire sostanzialmente i reati, 2 - impedire che le prove possano essere raccolte, 3 - impedire che i processi vengano iniziati; 4 - mandare in vacca quei pochi processi che si riescono a fare.
Si è atteggiato a leader (essendo solo il lacchè di b) indicando il cammino del partito, il destino della nazione, lo sguardo era rivolto all'orizzonte radioso ... come Lenin.




Sono andato a rileggermi il famoso capitolo di
FONTAMARA di Ignazio Silone e ne riporto una sintesi
 (è un bel libro, si può leggere anche sotto l'ombrellone).

«Ogni Governo è sempre composto da ladri» [Berardo] ragionava. «Per i cafoni è meglio, naturalmente, che il Governo sia composto da un ladro solo che di cinquecento. Perché un gran ladro, per quanto grande sia, mangia sempre meno di cinquecento ladri, piccoli e affamati. Se poi divideranno nuovamente le terre del fucino, Fontamara farà valere i suoi diritti.»
…..
Noi non volevamo far brutta figura di fronte al nuovo Governo, proprio nella cerimonia in cui si doveva risolvere la questione del Fucino. Perciò acconsentimmo alla proposta di Teofilo, che custodiva le chiavi della chiesa ed ebbe l’idea di portare con noi lo stendardo di San Rocco
…..
A causa dello stendardo, avemmo un violento tafferuglio all’entrata di Avezzano. In mezzo alla strada trovammo un gruppo di giovanotti con la camicia nera che aspettavano proprio noi e subito ci intimarono di consegnare lo stendardo. Noi rifiutammo perché non avevamo altra bandiera

 D’un tratto, vedemmo apparire in mezzo alla folla la figura grassa, sudante e sbuffante di don Abbacchio assieme ad alcuni carabinieri, e nessuno di noi dubitò che, come prete, egli avrebbe preso le difese di San rocco. Invece fu il contrario. «Credete che sia carnevale?» egli si mise a inveire contro di noi. «E’ questo il modo di compromettere l’accordo fra il Clero e l’Autorità? Quando la finirete, voialtri Fontamaresi, con le provocazioni e le chiassate?».

 Senza più fiatare, noi lasciammo che i carabinieri si impadronissero dello stendardo. Berardo fu il primo a cedere. Se un canonico rinnegava San Rocco, perché proprio noi dovevamo restargli fedeli con il rischio di compromettere i nostri diritti sul Fucino?
…….
Noi ci sedemmo per terra. Eravamo ubbidienti come scolari. Seduti per terra rimanemmo circa un’ora.
Dopo un’ora di attesa, una staffetta provocò una viva agitazione. All’angolo della piazza apparve un folto gruppo d’autorità. I carabinieri ci ordinarono: «In piedi, in piedi. Gridate forte: Viva i podestà. Viva gli amministratori onesti, viva gli amministratori che non rubano.»
Noi balzammo in piedi e gridammo come loro volevano:«Viva i podestà, viva gli amministratori onesti, viva gli amministratori che non rubano.». Tra gli amministratori-che-non-rubano il solo che noi riconoscessimo fu l’impresario. Dopo che gli amministratori-che-non-rubano si furono allontanati, col consenso dei carabinieri, potemmo nuovamente sederci per terra. Berardo cominciò a trovare la cerimonia troppo lenta. «E la terra?» chiese ad alta voce ad alcuni carabinieri. «Quando se ne parla?»

«E’ anche il principio accettato dal signor ministro» riprese a dire l’impiegato col suo sorriso ingannatore.
«Il nuovo Governo ha esaminato la questione del Fucino?» domandò Berardo.
 «Sì, e in un modo soddisfacente per tutti» rispose l’impiegato con un falso sorriso … fucino a chi lo coltiva. Fucino a chi ha i mezzi per coltivarlo o farlo coltivare. In altre parole, fucino a chi ha capitali sufficienti. Fucino deve essere liberato dai piccoli fittavoli miserabili e concesso ai contadini ricchi. Avete altri schiarimenti da chiedere?». Egli ci diede quella spiegazione con la stessa indifferenza come se gli avessimo chiesto l’ora. Il suo viso mostrava l’impassibilità di una barbabietola.

«Tutto è chiaro» rispondemmo noi.
Tutto era chiaro. 

Le strade erano piene di luci. 
Si era fatto tardi, ma le vie erano illuminate a giorno. (Tutto era chiaro.) 
Ma perché tutto questo ?

Ho sottolineato in rosso il fatto che le autorità si schierano sempre in difesa dei facinorosi e che gli stessi oppressi rinunciano ingenuamente alla loro dignità. E qui il richiamo va al Faust di Goethe.